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martedì 19 ottobre 2010

GRANDE FRATELLO 11. Una tv che non registra la realtà, ma la genera...


GRANDE FRATELLO 2010 - Ieri il Grande Fratello ha fatto il suo undicesimo “debutto” in tv. Sedici concorrenti, rinchiusi in una casa, spiati ventiquattro ore al giorno dalle telecamere per circa sei mesi, si sfideranno a colpi di “autenticità” per accaparrarsi le simpatie del pubblico. E, soprattutto, il televoto che darà loro notorietà e fama in misura proporzionale alla permanenza nella casa. Nell’arco di tempo, la loro esistenza rimarrà sospesa in un limbo mediatico dove la realtà sarà indistinguibile dallo spettacolo. Lo psichiatra Alessandro Meluzzi commenta per noi questa nuova edizione del Gf, sempre più segno di quel paradosso televisivo che, invece di registrare gli eventi, li genera.

Dopo 11 anni la tv continua a riproporre il Grande Fratello. Sempre identico a se stesso, col medesimo format della prima edizione. Com’è possibile?

Per una ragione semplicissima: il Grande Fratello ormai è diventato un evento. La televisione generalista, nata per registrare gli eventi che c’erano nella realtà, si è trasformata in un qualcosa che li genera gli eventi. Più si ripetono più gli eventi diventano tali. D’altra parte anche il Campionato di calcio, Miss Italia o Sanremo sono eventi reali diventati virtuali. Al Grande Fratello sta capitando la stessa cosa. La Tv genera degli eventi di cui gli altri, compresi io e lei in questo momento, devono occuparsi. E’ un paradosso.


Il figlio del camorrista, il gigolò e tanti altri personaggi “sopra le righe”: in base a cosa vengono scelti i concorrenti?


E’ l’effetto “Notredame de Paris”. Più sulla gradinata salgono “mostri”, meglio è. Più "bestie" si vedono più la gente entra. Quindi, più si alza il tiro del paradosso nella comunicazione e più si riesce ad attirare non tanto gli spettatori, quanto la discussione teorica sull’evento. Ci si domanda se sia giusto o meno che partecipino al Gf il figlio camorrista, il seminarista, il gigolò ecc… Si mobilitano tutti. Giudici, bioeticisti, filosofi, teorici della comunicazione, giornalisti, massmediologi. Ed entra in campo la “corte dei miracoli” di tutti i commentatori e opinionisti tra cui il sottoscritto e lei che scrive…



Siamo andati ormai ben oltre l’assioma “il media è il messaggio”….


Esatto. Siamo ormai nella semiosfera di McLuhan compiuta. E in questa semiosfera, ormai, gli eventi si autodeterminano, seguendo delle logiche spesso totalmente autoreferenziali.




Quindi, cosa rimane di autentico e reale dei concorrenti della Casa?


Sono personaggi che si auto generano nel momento in cui vengono trasformati in personaggi. E’ un fenomeno di auto-mitopoiesi del personaggio. Il figlio del camorrista non si sarebbe mai definito tale nella vita se non fosse stato per essere qualificato con questa maschera in questa commedia dell’arte. Il gigolò non si sarebbe mai definito tale se non fosse in funzione di questa sua comunicazione. Sono persone che esistono, quindi, nell’atto stesso della loro comunicabilità.


fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2010/10/19/GRANDE-FRATELLO-11-Meluzzi-il-Gf-E-una-tv-che-non-registra-la-realta-ma-la-genera-/1/120633/

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