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domenica 28 novembre 2010
Wikileaks, i leader mondiali visti dagli Usa "Berlusconi incapace, Gheddafi ipocondriaco"
l sospetto per la politica autoritaria di Vladimir Putin. La sfiducia in Silvio Berlusconi, portavoce della Russia in Europa segnalato per le sue "feste selvagge". Il fastidio per come Sarkozy, chiamato "imperatore nudo" contrasta la politica statunitense. Ma anche le strategie per bloccare l'Iran e arginare la Cina, gli avvertimenti alla Germania sul contrasto alle "rendition", lo spionaggio nei confronti dell'Onu.
Faranno discutere per settimane, o forse per mesi, i documenti riservati della diplomazia americana diffusi oggi da Wikileaks e rilanciati su internet da El Pais, New York Times, Guardian e Le Monde. Oltre 200mila documenti, di cui 3.012 sull'Italia, destinati a incidere in maniera indelebile sulle relazioni diplomatiche internazionali. Ecco le pagine più significative.
Berlusconi incapace, portavoce di Putin. "Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno": questo il giudizio dell'incaricata d'affari americana a Roma Elizabeth Dibble sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Non solo: il presidente del Consiglio italiano è un leader "fisicamente e politicamente debole" le cui "frequenti lunghe nottate e l'inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza". Secondo i documenti svelati da Wikileaks, il premier italiano è visto con scarsa fiducia, se non con aperto sospetto, per i suoi rapporti con Vladimir Putin, di cui viene definito il "portavoce in Europa". I rapporti americani parlano di rapporti sempre più stretti tra i due leader, conditi da "regali sontuosi" e da "contratti energetici lucrativi". I diplomatici segnalano anche la presenza di "misteriosi intermediari". Nei documenti appare anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che avrebbe espresso "frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l'Europa e l'Iran da parte della Turchia".
fonte http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/28/news/documenti_wikileaks-9617422/
Wikileaks e la fuga di notizie
In queste ore il governo italiano teme la fuga di notizie presenti in rapporti segreti dell'amministrazione americana che saranno divulgate da Wikileaks. Gli Stati Uniti, che devono per forza conoscere i contenuti, hanno avvertito l'Italia dei danni che deriveranno all'immagine internazionale del nostro Paese. Le rivelazioni devono essere molto gravi per sputtanare l'Italia più di adesso. Attendiamo fiduciosi che dagli archivi si sappia che Fini è un uomo degli americani e De Benedetti pure, che Berlusconi ha stretto accordi anche personali con Putin e Gheddafi, che il Nigergate, con la bufala delle armi di distruzioni di massa in Iraq, fu un parto dei governi italiano e americano, che il coraggio della D'Addario, sola contro l'uomo più potente d'Italia, le venga da un protettore più potente di un semplice magnaccia, che il sostegno ai gasdotti russo South Stream e libico Greenstream costerà il posto a Berlusconi, che gli americani sanno in tempo reale, tramite i loro servizi, quello che avviene in Consiglio dei ministri, che la guerra in Iraq servì solo agli interessi petroliferi americani e dell'ENI, che la Seconda Repubblica è ormai finita e le potenze internazionali, con gli Stati Uniti in prima fila, stanno muovendo le loro pedine sullo scacchiere della penisola come fecero nel 1992, che le mafie saranno ripagate per l'eventuale lavoro sporco, che la massoneria sta scegliendo i sempreverdi uomini nuovi. Insomma, le solite cose di pessimo gusto che vanno in onda in questo disgraziato Paese da quando ha perso la sovranità nazionale con la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale.
Qualcosa però è cambiato dal 1945. La verità si può diffondere contro la volontà dei governi. Chi è in possesso dei documenti riservati relativi all'attentato a Falcone all'Addaura, alla strage di Capaci, alla strage di via D'Amelio, alla strage di piazza Fontana, alla strage dei Georgofili, alla strage di Bologna, all'assassino di Aldo Moro, di Enrico Mattei, alla strage di Ustica, all'esplosione della nave Moby Prince, all'omicidio del generale Dalla Chiesa, di Pier Paolo Pasolini, alla strage di piazza della Loggia, alla strage dell'Italicus e alle altre mille stragi e omicidi di Stato del dopoguerra (o forse è meglio dire di Stati perché è impossibile che parte dello Stato italiano (quello chiamato deviato...) abbia potuto fare tutto da solo con l'aiuto esterno del terrorismo e delle mafie), ecco chi ha questi documenti li invii a Wikileaks, l'organizzazione internazionale che pubblica in Rete documenti coperti da segreto. Non è necessario aspettare D'Alema (hai voglia), presidente del Copasir, o l'apertura post mortem della gobba di Andreotti, "la scatola nera", per sapere la verità sulla scia di sangue che ha tenuto in piedi la nostra Repubblica, una guerra civile non dichiarata con migliaia di morti, quasi tutti da una parte sola, quella dei perdenti e della giustizia. Wikileaks ha i propri server in Belgio e Svezia (due Paesi che proteggono l'anonimità degli informatori e con leggi che impediscono la chiusura del sito) e verifica l'attendibilità dei documenti prima di metterli in Rete. Contatterò Julian Assange di Wikileaks per avvertirlo di questo post.
fonte:http://stopthecensure.blogspot.com/2010/11/wikileaks-e-la-fuga-di-notizie.html
Gruppo facebook in difesa di Rai News e Corradino Mineo
Mauro Masi vorrebbe sostituire Corradino Mineo alla direzione di Rai News, con un uomo sembra dalla parte della Lega. Mineo ha forse il difetto di garantire pluralismo politico e informazione su svariati temi, e nonostante gli investimenti non adeguati per un programma all news 24 ore, nonostante siano state spostate le frequenze al fondo della lista e l'oscuramento durante il passaggio al digitale terrestre di alcune regioni, riesce a fare ascolti anche superiori a Sky tg 24.
La Rai funziona al contrario. Ha un direttore generale che premia Minzolini con la sua disinformazione, il calo degli ascolti del tg1 e il calo degli introiti pubblicitari. Mette i bastoni tra le ruote ad Annozero nonostante sia un programma di successo e remunerativo, crea problemi per la messa in onda del programma di Saviano e Fazio, nonostante gli ospiti di rilevo e le aspettative di vendite della pubblicità, infine vorrebbe togliere la tutela legale a Report, una delle poche garanzie per le inchieste che ci informano sulle malefatte in Italia e nel mondo.
Ecco la pagina di sostegno su facebook http://www.facebook.com/pages/In-difesa-di-Rai-News-e-Corradino-Mineo/165712683447432?v=wall
venerdì 26 novembre 2010
Apple in saldo...è crisi anche per la Mela?
Com’era stato annunciato, la casa produttrice Apple ha deciso di lanciare degli sconti per molti dei prodotti presenti sullo store online. Il giorno dopo quello del Ringraziamento è negli States cruciale per capire il trend di vendite che si avranno da oggi fino alle porte delle festività natalizie: proprio per questo motivo la mela morsicata ha deciso di offrire buona parte dei prodotti ad un prezzo leggermente inferiore rispetto alle cifre consuete.
iPad: 41 euro di sconto su tutte le versioni
Partiamo dall’iPad, che viene venduto in tutte le sue versioni disponibili ad un prezzo scontato di 41 euro. La versione più economica, quindi, costerà 458 euro anziché i 499 previsti normalmente, mentre la più cara potrà essere acquistata a 758 euro, invece che 799 euro.
iPod Touch: sconti dai 21 euro ai 41 euro
Sconto anche per il nuovo iPod Touch: la versione da 8 GB avrà uno sconto di 21 euro e, quindi, un prezzo di 218 euro, quella da 32 GB costerà 278 euro con 31 euro di sconto mentre la release più generosa, quella da 64 GB, avrà uno sconto di 41 euro e viene proposta a 368 euro.
iPod Nano: piccoli sconti sulle due versioni
Piccolo abbassamento di prezzo per i nuovi iPod Nano da 8 GB, venduti a 158 euro (11 euro di sconto), mentre la versione di 16 GB viene commercializzata a 178 euro (21 euro di sconto).
iMac, MacBook Pro, MacBook Air: sconto di 101 euro
Sconti più consistenti, invece, per l’acquisto di di un iMac, un MacBook Pro o un MacBook Air, con un abbassamento di 101 euro rispetto al prezzo di listino. Nessuno sconto, invece, per l’iPhone 4.
Nessuna spesa di spedizione per il Black Friday
Chi acquisterà oggi dall’Apple Store, inoltre, non pagherà alcuna spesa di spedizione: la promozione è valida per tutti i prodotti offerti nello store. Basterà accedere sul sito ufficiale di Apple nella sezione dedicata allo store per avere un quadro completo di tutte le promozioni e sulle modalità di acquisto dei prodotti presenti sul market.
Facebook compra una parola "Face" sarà marchio registrato
"FACCIALIBRO" è la storpiatura italiana del nome di di Facebook più usata in Rete, ma forse in un futuro non troppo lontano si potrà eliminare il libro e condividere contenuti direttamente su "Faccia". Forse, perché le intenzioni di Mark Zuckerberg in questo senso non sono ancora molto chiare. Ma è da questa estate che l'azienda si sta muovendo per assicurarsi il "trademark" della parola "face", e ora il Patent and Trademark Office degli Stati Uniti ha dichiarato percorribile la pratica, notificando a Facebook una 'Allowance' ufficiale. Al social network è richiesta una somma non precisata per fermare il marchio. E qualcos'altro che potrebbe far comprendere le reali intenzioni dietro questo brevetto.
Face.com? Chissà. Al momento, il dominio è occupato e quello che è certo è che secondo il Patent Office, per garantirsi l'uso come marchio proprietario della parola "Face", Facebook dovrà usarlo in prodotti o servizi commerciali. Attualmente l'azienda di Zuckerberg utilizza la parola solo abbinata a "Book", mentre Face.com 1 è una piattaforma di riconoscimento fotografico, un'applicazione web che può risalire all'identità di una persona analizzandone la foto. Non sono pochi poi i possibili fronti di scontro con altre aziende di peso massimo: Apple, proprietaria della tecnologia "FaceTime", potrebbe avere qualcosa da ridire. Facecash è invece un'azienda
che sviluppa applicazioni per iPhone e Android che fornisce servizi di pagamento basati sull'identificazione del volto. E anche qui per Zuckerberg non sarebbe facile capire come muoversi. A meno che il suo portafogli non sia già pronto a comprare tutto quello che contiene "Face" nel nome.
Meglio prevenire. Il motivo più immediato per cui Facebook potrebbe volere la parola "Face" è per non farci mettere le mani sopra a nessun altro. Ma fino ad un certo punto: nel documento prodotto dal Patent Office si fa riferimento agli usi del marchio registrato all'interno di applicazioni sociali e di comunicazione elettronici, ma si specifica la non validità del trademark per quanto riguarda i settori dell'automobile e dei motori in genere. Un argomento evidentemente troppo delicato per l'economia Usa, e che per il momento, Zuckerberg non può toccare.
giovedì 25 novembre 2010
elisabetta canalisi torna al cinema
E' invidiata da milioni di donne, dello spettacolo e non, per la sua storia con George Clooney, è super richiesta da trasmissioni televisive e riviste, tra qualche mese la vedremo sul palco dell'Ariston per la conduzione del Festival di Sanremo con Gianni Morandi e Belen Rodriguez, mentre da domani sarà sul grande schermo con il film 'A Natale mi sposo'.
Insomma per Elisabetta Canalis è davvero un perido d'oro, sia dal punto di vista sentimentale che professionale. Massimo Boldi, Nancy Brilli, Vincenzo Salemme, Enzo Salvi, Elisabetta Canalis, Massimo Ceccherini, Teresa Mannino, Lucrezia Piaggio, Loredana De Nardis, Jacopo Sarno, Simon Grechi, Ric, Valeria Valeri: questo il cast della pellicola natalizia di Paolo Costella che uscirà al cinema domani 26 novembre. Gustavo è il cuoco di una trattoria romana ma il suo sogno è diventare uno chef internazionale. Insieme ad un lavapiatti toscano, un cameriere romano ed un simpatico porcellino d’India, Gualtiero, viene ingaggiato per per un banchetto di nozze molto chic a Saint Moritz. La situazione viene complicata dall'intervento di due wedding planner, Gina e Palma...
Martina Colombari: autoscatti hot in mostra a Milano
Martina Colombari si improvvisa fotografa. Ecco l’ultima iniziativa della bella moglie di Billy Costacurta, che ha realizzato una serie di autoscatti sexy in esposizione a Milano da 24 al 28 novembre. Immagini che mostrano l’attrice e modella senza veli, in pose sensuali e location particolari.
La mostra, dal titolo “Martina in-visibile”, fa parte dell’evento “Fotografica. La settimana Canon della fotografia e del video”, al quale la Colombari ha aderito con entusiasmo diventando fotografa di se stessa, ritratta spesso allo specchio e con quasi niente addosso.
Nel bagno di casa, in ascensore, in albergo, sdraiata sul letto. Gli autoscatti ci fanno vedere una Martina inedita che, nonostante sia moglie e mamma, non ha certo abbandonato il suo lato sensuale, celebrato al punto da farne oggetto di una vera e propria esposizione.
Le immagini della trentacinquenne emiliana, visibili presso la galleria Spazio Forma nella città lombarda, sono concepite come una sorta di indagine intima, psicologica, che mira a scoprire l’animo della protagonista attraverso lo specchio. Ecco come ha descritto questa mostra il fotografo Settimio Benedusi:
"Qualche mese fa abbiamo chiesto a Martina (che non è una fotografa e quindi di tecnica non sa nulla…) di incominciare a fotografarsi. Non le ho insegnato nulla: ho solo impostato la macchina su P, e le ho chiesto di fare le inquadrature sempre orizzontali, per avere se non altro questa minima uniformità stilistica. L’ho spinta a dimenticarsi della macchina fotografica, le ho parlato di varie fotografe (in primis Francesca Woodmam…) e le ho chiesto di essere semplicemente vera e sincera".
fonte: http://www.onewoman.it/24/11/2010/martina-colombari-autoscatti-hot-in-mostra-a-milano/
martedì 23 novembre 2010
Giappone, ministro si dimette per una battuta
Nuovi guai sulla travagliata scena politica giapponese: il ministro della Giustizia, Minoru Yanagida, ha rassegnato le dimissioni dopo una clamorosa gaffe sulla presunta banalità dello svolgimento del proprio incarico. "Per rispondere alle domande dei parlamentari, basta ricordarsi due frasi: "Mi astengo dal commentare su casi specifici", e "Sto affrontando la questione in modo appropriato in base alla legge e ai fatti", aveva affermato scherzosamente durante un incontro pubblico a Hiroshima
mercoledì 17 novembre 2010
Nasa annuncio storico: il buco nero più giovane
Ieri pomeriggio intorno alle 18.30 la Nasa ha annunciato di aver scoperto il buco nero più giovane di sempre: ha 30 anni ed è situato a 50 milioni di anni luce dalla Terra, una distanza minima se confrontata agli altri buchi neri.
A rendere possibile l'identificazione di questo buco nero è stato il Chandra X-ray Observatory che insieme ad telescopio dell'Agenzia Spaziale Europea, il XMM-Newton, hanno consentito di visualizzare il buco nero SN 1979C.
Secondo gli scienziati il buco nero starebbe risucchiando anche una stella visto che, dopo l'esplosione della Supernova che ha generato proprio il buco, lo stesso starebbe inglobando tutto il materiale dovuto proprio all'esplosione.
L'annuncio di ieri era seguito con una certa apprensione e curiosità perchè erano molti quelli che pensavano che la Nasa annunciasse la scoperta di un pianeta con tanto di alieni o esseri viventi diversi dagli umani.
Per ora ci accontentiamo dell'annuncio di un nuovo e giovane buco nero, restando in attesa di news su alieni e mostriciattoli di vario tipo:
martedì 16 novembre 2010
Avetrana, ombre sul nipote di Misseri Il fratello di Sarah contatta Lele Mora
È terminato dopo oltre tre ore l’interrogatorio di Cosimo Cosma, meglio conosciuto come Mimino, nipote di Michele Misseri, che il 26 agosto scorso, data della scomparsa di Sarah Scazzi, ha incrociato molte telefonate con lo zio. Gli inquirenti vogliono capire se l’uomo era sul luogo dell’occultamento del cadavere, così come sospettano, oppure se, come ha sempre sostenuto lo stesso, era a casa sua e si è solo sentito con Michele Misseri, come in una normale conversazione tra zio e nipote. È un’attività investigativa che prosegue e che si aggiorna di ora in ora perché gli inquirenti vogliono riuscire a chiudere il cerchio nel più breve tempo possibile e ricostruire con esattezza gli ultimi minuti e soprattutto il momento della morte della quindicenne di Avetrana.
Venerdì l’incidente probatorio a cui sarà sottoposto Michele Misseri - l’uomo reo confesso che ha chiamato in correità la figlia Sabrina - potrebbe dare il là alle indagini blindando una volta per tutte le dichiarazioni che l’uomo continua a rendere davanti ai magistrati e che potrebbero consentire di chiudere definitivamente il caso. Non è escluso che per questo motivo nella giornata di domani e di dopodomani gli inquirenti e gli investigatori possano sentire altre persone già interrogate per chiudere definitivamente il quadro indiziario e presentarsi così all’appuntamento con il Gip Martino Rosati in situazione di vantaggio. Lo stesso Gip ha convocato per le ore 12 di venerdì nella cappella del carcere di Taranto, l’unica sala che può contenere tante persone che hanno titolo a partecipare all’udienza che si può definire decisiva.
Intanto il fratello di Sarah Scazzi "bussa alla porta" di Lele Mora per fare tv. «Sto a Milano e ho chiesto a Mora se aveva in mente qualcosa per me. Non mi dispiacerebbe la televisione», ha dichiarato al settimanale Oggi, in edicola da domani, Claudio Scazzi, che ha incontrato il notissimo agente dello spettacolo. «Credo di avere delle potenzialità e per questo mi sono rivolto a Mora. Se non lo sa lui cosa farmi fare...», dice il ragazzo. A Oggi, Claudio nega di voler tentare la strada dello spettacolo cavalcando la popolarità raggiunta a causa di una tragica storia di cronaca: «A un'agenzia di Torino, che mi proponeva di diventare il nuovo Azouz Marzouk (la cui famiglia fu sterminata nella strage di Erba) ho già detto no».
E non nasconde la delusione per la risposta di Lele Mora: «Dice che non vado bene, non sono fatto per la Tv». Mora si sarebbe detto disponibile, durante i suoi eventi, a consentire al giovane di presentare il progetto di un canile da realizzare in memoria di Sarah e di raccogliere fondi. Secondo il settimanale, la bocciatura che il «professor» Mora ha pronunciato sul suo futuro televisivo non avrebbe convinto Claudio Scazzi. Che, accompagnato dal padre e da un legale, avrebbe visitato altre agenzie milanesi.
Fazio-Saviano. Oltre 9 milioni e il 30% di share. Nuovo record per Rai3
La seconda puntata 1 di Vieni via con me, in onda ieri sera in prima serata su RaiTre, ha battuto i record registrati la scorsa settimana. Nove milioni e 31 mila telespettatori, pari al 30.21 per cento di share, hanno seguito il programma che ha registrato quasi 20 milioni di contatti. Tra gli ospiti il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che hanno elencato i valori della destra e della sinistra. Beppino Englaro e Mina Welby che hanno parlato di diritto alla vita e alla morte. E ancora Paolo Rossi e Antonio Albanese, mentre la parte musicale è stata affidata a Cristiano De André.
Invece di subire il calo fisiologico che in molti si aspettavano dopo il boom della prima puntata 2 con il lungo show di Roberto Benigni, il programma ha incrementato il suo ascolto, nonostante il Grande Fratello 11 su Canale 5 e la concorrenza in casa con la replica di Montalbano su RaiUno. Nella precedente puntata lo share era stato del 25,48 per cento con 7 milioni 623mila spettatori, con picchi superiori a 9 milioni 300mila spettatori e al 32 per cento di share e oltre 18 milioni di contatti. Già lunedì scorso era stato stabilito il record storico di ascolti per RaiTre, ampiamente superato dai risultati di ieri.
fonte: http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/16/news/ascolti_saviano-9161766/?ref=HRER2-1
domenica 14 novembre 2010
Rocco in soccorso al Premier
Sulle vicende del nostro premier, non poteva mancare il giudizio di un “critico” d’occasione. Rocco Siffredi, la pornostar italiana più nota del mondo.
IO E BERLUSCONI – Secondo il porno-attore, che tiene subito a precisare, di non voler parlare di politica, lui e Silvio Berlusconi sono accomunati da una stessa analoga dipendenza da sesso. Siffredi, nel suo canale tematico “Rocco’s world” su Youtube, con una certa malcelata ammirazione verso il premier sostiene: “Lui manifesta una vera perversione, quella di mettere come ministre delle veline”, tanto che poi si rivolge direttamente a Berlusconi, manco fosse un suo vecchio amico, tanto che gli dice: Silvio “Rocco può veramente aiutarti”. Basterebbe in fondo “una telefonatina”. Sì, perchè Siffredi ne è convinto: “Berlusconi ha un problema serio di dipendenza dal sesso”.
ITALIAN PREMIER GANGBANG – E ancora, magari rivolto ai suoi numerosi fan stranieri, spiega “In Italia si parla molto di sesso e politica, ma soprattutto di sesso. Io infatti voglio parlare solo di sesso”. Peccato che, quando si tratta di Silvio Berlusconi, i due argomenti vanno a braccetto. Siffredi rivolto ai suoi fan che gli hanno scritto: “Rocco for president” ammette, “Il vero presidente, quello che tromba di più, ce l’avete già. Io tromberò la metà della metà della metà di quello che tromba lui. Ragazzi, lui mi ha superato!” Un dichiarazione di resa o di impotenza? Rocco alza bandiera bianca… appesa, è facile immaginare, a quale asta!
sabato 13 novembre 2010
Campagna della Diesel, polemica negli Usa
La scuola di legge più sexy del mondo? "Law and Dis-Order" titola il New York Post in uno dei suoi classici giochi di parole: tra il telefilm di avvocati più famoso di New York e la Diesel, il brand italiano anche qui vero cult. E in effetti le immagini da mucchio selvaggio si commentano da sole. La Brooklyn Law of School, la gloriosa scuola di giurisprudenza, ha affittato le sue aule e i suoi uffici alla maison di Renzo Rosso, nota per la verità per i suoi spot pregiudicati. Ma le performance dei modelli e delle modelle, tutti e tutte molto ma molto svestiti, stanno gettando ora nello scandalo il glorioso istituto. "Ci aspettavamo uno spot per i jeans, non pensavamo alla pubblicità dell'intimo". Eppure gli italiani hanno fatto le cose, e ci mancherebbe per un set ambientato in una scuola di legge, tutte in regola: alle riprese era presente anche un responsabile dell'istituto, che non ha mai sollevato, oltre a qualche furtivo sguardo, nessuna obiezione...
La Consulta: «Illegittime le leggi regionali che vietano il nucleare»
Bocciati i divieti posti da Puglia, Basilicata e Campania alle centrali e ai siti di stoccaggio delle scorie
MILANO - La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le leggi regionali con cui Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato l'installazione sul loro territorio di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La decisione - secondo quanto appreso dall'Ansa da fonti qualificate - è stata presa in una delle ultime camere di consiglio dei giudici costituzionali e le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni. Secondo la Consulta le tre leggi regionali che, in assenza di un'intesa tra Stato e Regioni, precludono il proprio territorio all'installazione di impianti nucleari violano specifiche competenze statali.
«COMPETENZA ESCLUSIVA DELLO STATO» - In particolare, le norme di Puglia, Basilicata e Campania sono state bocciate perché, in riferimento ai depositi di materiali e rifiuti radioattivi, avrebbero invaso la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente (art.117, secondo comma, lettera s). Mentre per quanto riguarda l'installazione di impianti di energia nucleare - si è inoltre appreso - sarebbe stata lesa la competenza esclusiva dello Stato in materia di sicurezza (art.117, secondo comma, lettere d e h). In base al ragionamento dei giudici costituzionali, se le Regioni ritengono giustamente necessaria un'intesa con lo Stato per l'installazione degli impianti allora possono impugnare le leggi statali dinanzi alla Consulta e non, come invece hanno fatto Puglia, Basilicata e Campania, riprodurre con legge regionale le situazioni che considerano più corrette.
SITI PER LE SCORIE, TUTTO FERMO - A settembre scorso la Sogin, la società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, aveva individuato 52 aree con le caratteristiche giuste per ospitare il sito per le scorie radioattive. Ogni area, di circa 300 ettari, dovrebbe ospitare anche un «parco tecnologico». Le zone adatte sarebbero sparse su tutto il territorio italiano con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all'area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato. Ma la scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d'accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici. Il lavoro svolto dalla Sogin, al quale i ricercatori hanno lavorato un anno, è tuttavia finito in cassaforte, in attesa della creazione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare che doveva già essere pronta prima dell'estate.
mercoledì 10 novembre 2010
Oggi il Riesame decide su Sabrina ma questa volta non sarà in aula
Il tribunale del riesame oggi si riunisce per decidere sulla scarcerazione di Sabrina. No del gip alla perizia psichiatrica sul padre Michele per quattro motivi
TARANTO - Non ci sarà la perizia psichiatrica su Michele Misseri. Lo ha deciso il gip Martino Rosati che ha respinto la richiesta di incidente probatorio avanzata dal legale dell´uomo in carcere dal 6 ottobre per il delitto di Sarah Scazzi. La decisione del gip è costruita su quattro motivazioni. La prima riguarda l´aspetto specificatamente sanitario. L´indagato non risulta abbia mai preso farmaci o psicofarmaci prima del suo arresto. E anche dopo il fermo del 6 ottobre, risulta che gli sono stati somministrati solo nelle ore immediatamente successive al suo arrivo nel penitenziario.
Nel respingere l´incidente probatorio, il magistrato si è soffermato anche sull´oltraggio che Misseri ha confessato di aver consumato sul cadavere della nipote. E che ha confermato anche nella ultima versione dell´assassinio, in cui ha incolpato dell´omicidio unicamente la figlia Sabrina. Mentre lui avrebbe nascosto il corpo. L´episodio, a parere del giudice, potrebbe evidenziare una devianza ma non un´incapacità di intendere e di volere. Smontato anche il punto sul quale il difensore aveva particolarmente insistito, ovvero quello delle confessioni parziali. E infine, il niet odierno non esclude la possibilità che l´accertamento psichiatrico possa essere effettuato a dibattimento, senza imporre lungaggini eccessive.
Dopo il no alla perizia, l´inchiesta sul delitto di Avetrana si appresta a vivere due momenti decisivi. Questa mattina si torna in camera di consiglio per il riesame proposto dai difensori di Sabrina Misseri contro l´ordinanza di custodia cautelare che la tiene dietro le sbarre dal 15 di ottobre. Due giorni fa il primo round si era risolto in un nulla di fatto. La difesa della ragazza aveva chiesto termine per esaminare l´imponente mole di documenti presentati in aula dalla procura.
Dopo 48 ore si torna in Tribunale per discutere, ma questa volta, salvo sorprese, Sabrina non ci sarà. L´indagata che martedì era uscita da palazzo di giustizia in un cellulare tra le urla "assassina" ha scelto di restare in cella. Lì attenderà il verdetto del collegio chiamato a valutare gli elementi del provvedimento cautelare. Su di lei pendono le accuse gravissime del padre, ma anche le testimonianze che i pm hanno prodotto a riscontro degli indizi emersi durante la delicata e complessa indagine. Che ieri ha vissuto una nuova fase con l´ascolto di un testimone convocato per verificare alcuni aspetti della gelosia di Sabrina per Ivano, il ragazzo al quale Sarah riusciva a strappare attenzioni, scatenando il risentimento della cugina più grande. Proprio la gelosia avrebbe spinto l´indagata ad uccidere Sarah. Intanto sull´appuntamento odierno si è espresso l´avvocato Valter Biscotti, legale dei genitori della vittima.
«Penso che l´ordinanza di misura cautelare sia molto ben motivata e ben costruita. Mi sembra un provvedimento che può reggere davanti al riesame. Quindi Sabrina rimarrà in carcere» ha detto il legale.
fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/11/11/news/oggi_il_riesame_decide_su_sabrina_ma_questa_volta_non_sar_in_aula-8986345/?ref=HREC1-8
martedì 9 novembre 2010
"Nessun voto o mozione mi farà dimettere Santoro? Non so se a gennaio andrà in onda"
ROMA - Ora la protesta contro Mauro Masi prende corpo con atti concreti superando il confine degli attacchi verbali. Da oggi si celebra il referendum indetto dal sindacato dei giornalisti (Usigrai) per costringerlo alle dimissioni. Il 22, alla Camera, si discute la mozione dei finiani che condanna il direttore generale della Rai "mosso da criteri di opportunità politica". Masi non si scompone. Nella sala riunioni al settimo piano di Viale Mazzini, sfodera solo sorrisi. Rimarrà al suo posto comunque. Niente dimissioni. Anzi. "Dopo la sospensione di Santoro - racconta - sto vivendo un'esperienza nuova: l'esposizione mediatica. Non è male. Mi fermano in strada per l'autografo, mi fanno i cori allo stadio...". A Roberto Saviano, che ancora ieri lo attaccava su Repubblica per la censura a "Vieni via con me", replica: "Saviano sbaglia". Ieri sera ha visto il programma di Raitre in cui Benigni lo ha citato più volte: "L'ho seguito solo a tratti. È una trasmissione articolata, voglio rivederla per dare un giudizio compiuto".
Se il referendum la sfiducia si dimette?
"Io rispondo al cda e all'azionista. Ma i giornalisti devono sapere che ho due obiettivi. Il risanamento dei conti, già avviato. E rendere effettivamente pluralista la Rai. Cioè, far vivere sul serio le regole del contraddittorio. Il mio più grande nemico è il pensiero unico. Se per portare a casa questi risultati devo incassare delle sfiducie ne prendo anche una al giorno".
Il cda è paralizzato. Tiene ferme da cinque mesi le nomine. La maggioranza non sembra seguirla più.
"Il consiglio è definito dalla Gasparri. Una legge che codifica un meccanismo di relazione tra gruppi parlamentari e gran parte dei consiglieri. La Rai risente per forza del clima politico complessivo. Nel consiglio ci sono personalità molto forti, ma tutti insieme stiamo facendo un lavoro serio e rigoroso. Il piano industriale, per esempio, è stato votato all'unanimità".
Partendo con enorme ritardo.
"Non è vero. Ho cercato di salvaguardare il più possibile la pace aziendale".
E lo sciopero dei dipendenti fissato per dicembre?
"Lo hanno proclamato alcune sigle, che rispetto, non la Cisl che è d'accordo sul nostro percorso. Troveremo un'intesa, alla fine. Ma la Rai deve darsi una mossa. Per troppo tempo è rimasta a galleggiare. L'avrei potuto fare anch'io aspettando una leggina ad hoc che ci aiutava dall'esterno con soldi pubblici. Invece no. La Rai deve fare con le sue forze. E un bilancio sano va in parallelo con un riequilibrio delle voci in tv nei programmi d'informazione".
Riequilibrio significa cancellare alcune trasmissioni: Parla con me, Report, Annozero, Vieni via con me?
"Non sono un censore, non ho mai messo il bavaglio a nessuno. Voglio essere giudicato sui fatti. I fatti dicono che tutte le trasmissioni sono in onda. Ma tutti dovrebbero rispettare le stesse regole".
Saviano ha raccontato come ha provato a fermarlo.
"Se insiste su questo sbaglia".
Che ha usato l'arma dei compensi per ostacolare il programma.
"Sui compensi anche osservatori poco teneri con me condividono la linea dell'azienda. Ci sono sprechi da eliminare. Abbiamo già iniziato. Faremo una riflessione molto seria anche sui diritti sportivi. Certe cifre folli non possiamo permettercele. Una partita della nazionale, che pure il servizio pubblico deve seguire, costa ormai parecchi milioni e noi siamo alle prese con un risanamento che punta a mantenere i livelli occupazionali. Tra una partita dell'Italia e i posti di lavoro io scelgo i posti di lavoro".
Per cancellare il pensiero unico di sinistra ha provato a sostituirlo con quello di Berlusconi?
"Questa è un'enormità. Lo dimostra il fatto che a destra mi criticano perché ci sono troppi talk show di segno opposto".
La mozione di Fli sostiene il contrario.
"Dal punto di vista formale, quel documento non cambia nulla. Rispondo al cda e all'azionista. Ma inviterei i deputati che l'hanno scritto a guardare bene il palinsesto della Rai dove il pluralismo è garantito. Del resto, sono un economista abituato a ragionare con i numeri. La Rai sta stravincendo la battaglia degli ascolti. Questo significa qualcosa. Se il pubblico trovasse delle deficienze politiche o di prodotto non ci seguirebbe così numeroso".
Santoro fa ascolti straordinari. Lo vedremo in onda anche a gennaio?
"Non è detto. Non escludo nulla e anche Santoro, che è sempre imprevedibile, non esclude nulla. Con lui avevamo avviato una trattativa utile per tutti. La Rai poteva recuperare uno spazio editoriale che Santoro occupa grazie a due sentenze uniche nel mondo civile, ma penso anche nella galassia più sperduta. Roba da extraterrestri. Allo stesso tempo l'azienda poteva usare la professionalità di Michele in altro modo".
Il Tg1 invece perde pubblico. Ha perso anche il record di imbattibilità con il Tg5.
"Ma ha vinto per un anno intero... I tg stanno pagando la nuova grande offerta dei canali digitali. In più, c'è la nascita di nuovi protagonisti".
Quindi il TgLa7 toglie spettatori al Tg1.
"La presenza di Mentana si sente sull'intero mercato. Ma moltissime critiche a Minzolini sono assolutamente apodittiche".
Alcune sono giuste?
"Lui sa che ci sono degli appunti anche da parte mia. Ma non ne parlo pubblicamente".
fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/11/09/news/nessun_voto_o_mozione_mi_far_dimettere_santoro_non_so_se_a_gennaio_andr_in_onda-8903379/?ref=HREC1-1
lunedì 8 novembre 2010
Saviano: "Così racconterò i segreti della macchina del fango"
Dalla censura alle bugie sui compensi, la sfida di "Vieni via con me". Oggi in prima serata su RaiTre va in onda la prima puntata del programma con Fazio. "Nella tv italiana il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti. E questo, soprattutto la tv pubblica, è ingiusto"
Io vorrei rivolgermi ai giovani, stasera, nella prima puntata di "Vieni via con me", per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo. Quando si dà fastidio a chi comanda si attiva un meccanismo fatto di dossier, di giornalisti conniventi, di politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali.
Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia: delegittimare. Delegittimare il rivale agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà, così che le persone quando lo vedono comparire in pubblico possano tenere in mente le immagini raccontate e non considerarlo credibile.
Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici. La disinformazione invece punta a distruggere le vittime nel campo degli amici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere.
La macchina del fango è il tema della prima puntata di "Vieni via con me", la trasmissione che per la prima volta mi ha messo alla prova come autore televisivo. Anche questa è una esperienza da raccontare. Lavorare ad un programma, costruirlo dal suo primo minuto all'ultimo ha qualcosa di irreale per uno che fa lo scrittore.
Sulla pagina tutto ciò che scrivi è spazio di immaginazione, tutto ciò che racconti può essere vissuto, pensato e rielaborato nella testa e nell'anima del lettore. Con la tv questo non lo puoi generare, le parole non sono scritte, le parole in tv si devono vedere. La narrazione è più efficace proprio quando non cerchi di riprodurre fedelmente la vita, ma quando con onestà la trasformi in un racconto. E nel racconto televisivo gli articoli sono le luci dello studio, gli aggettivi sono i filmati, i verbi sono i movimenti di scena, le frasi sono le inquadrature, la punteggiatura sono gli ospiti. In un tempo limitato deve entrare tutto: la volontà di raccontare uno spaccato significativo di esistenza e l'onestà di raccontarla come un punto di vista, non come verità assoluta. Capisci di essere un abusivo della tv, così come lo sono stato del teatro. In fondo tranne che sulla pagina ti senti straniero ovunque e forse questa è anche la magia di chi lavora con le parole, quella di doversi riconquistare ogni volta sul campo la legittimità a pronunciarle.
"Vieni via con me" era nata come una trasmissione che voleva raccontare il Paese con l'obiettivo di far bene le cose che crediamo di poter offrire al pubblico. Poi lentamente ci siamo accorti che iniziavamo a non essere graditi e arrivarono molti segnali in questo senso. Segnali che ci impedivano di continuare a lavorare. Poi siamo riusciti a riprenderci almeno in parte il nostro spazio di lavoro, a non farci cancellare. Il tanto rumore per nulla, di cui spesso si è accusati, quel pensiero latente di chi dice: "Avete visto, tanto gridare alla censura e poi la trasmissione la fate, e alle vostre condizioni".
Se fossimo stati in silenzio subendo le condizioni che la Rai di Masi ci stava dando, avremmo lavorato nella consapevolezza di stare costruendo qualcosa che non era nei patti e soprattutto non coincideva con le idee che avevo, con i racconti che avevo preparato. Nel caso della televisione italiana purtroppo il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti e con una comunità pronta a difenderti. Senza ascolti non si ha una seconda opportunità. E questo soprattutto per la tv pubblica è una dialettica ingiusta, bisognerebbe guardare alla qualità, alla necessità di un programma. Perché ti si giudichi per quello che sai fare e per quanto vali non è sufficiente fare bene il tuo lavoro, ma diventa necessario anche difenderlo e con molto rumore se la situazione lo richiede.
Questo è il nuovo meccanismo della censura, porre mille difficoltà alla realizzazione di un progetto, ma nell'ombra, in sedi il cui accesso è riservato a pochi, a persone coinvolte, che hanno tutto da perdere a mostrare i meccanismi e poco o nulla da guadagnare. E poi far parlare i fatti: "Andate male", "Non vi guarda nessuno", "Avete fatto ascolti da terza serata". Se l'unica protezione, oggi, alla televisione che non sia reality, che non sia leggero intrattenimento sono gli ascolti, l'unico modo per tagliare fuori chi ha proposte non migliori, non politicamente impegnate, ma semplicemente alternative, è dimostrare che quel tipo di racconto non ha mercato. Togliere i mezzi perché la qualità si affermi, ridurre luce perché resti in ombra il discorso: questo il nuovo modo per far morire in televisione tutto ciò che può essere cultura, racconto, libri, e facilmente dire "non funzionano", per poter investire su altro.
E così spesso hai la sensazione di lavorare non con il tuo editore ma contro di lui. E se da un progetto di quattro puntate si passa a due, e se poi le due puntate devono competere con partite di coppa a chi raccontiamo che gli ascolti sono stati bassi perché quelle erano le condizioni e non altre? A chi raccontiamo che non si tratta di dettagli ma di pilastri che quando si progetta una trasmissione contano quasi quanto i contenuti? A chi raccontiamo che non vale il "fate bene il vostro lavoro che poi raccoglierete i frutti".
E poi le balle sui compensi dette in un Paese come il nostro, irritato, esacerbato, esausto. Che campa con stipendi da fame. Nessuno, ma proprio nessuno che abbia detto cifre vere, perché lo scopo era innescare diffidenza, non dare informazioni. Del resto i compensi sono generati dal mercato e non da un'idea. Sono direttamente proporzionali a quanto fai guadagnare. E non ci sarebbe nulla di immorale a parlarne se non fossimo vittime del preconcetto secondo cui chi guadagna lo fa sempre senza merito alcuno. Che lavoro è il tuo: criticare a pagamento? Forse è inutile spiegare che si tratta di altro. Del resto, tutto questo ciarpame evapora di fronte al sorriso di Benigni. Di fronte al genio organizzativo di Fabio Fazio che è anche altro dal preciso conduttore che siamo abituati a vedere. E poi Claudio Abbado, un uomo raro, delicato ma che ruggisce ogni qual volta s'imbatte nella stupidità del potere, nella bruttezza dell'ignoranza. Un passerotto da combattimento per usare le parole di Faber. Di loro il nostro Paese ha bisogno come dell'aria.
In ultimo le prove durante le quali, per quanto blindate, cercano di ficcarsi persone pronte a riportare il minimo dettaglio. Il clima del Paese lo intuiscono tutti, ed è un clima di profonda diffidenza. E di più teme chi ha paura che lo si sveli. E quindi in molti a spiare e cercare di carpire. Ma lo sappiamo, e quindi durante le prove sappiamo anche cosa non dire: passaggi, considerazioni, racconti che in diretta soltanto si potranno ascoltare. In trasmissione giocheremo con gli elenchi invitando tutti, personaggi più o meno noti e gente comune, a dirci i motivi per cui vale la pena restare in Italia o per cui vale la pena andare via, emigrare, cercare realizzazione altrove. Abbiamo iniziato a raccogliere elenchi e commenti, ci aspettavamo una valanga di malanimo. Immaginavamo che le persone, anche coloro che sono emigrate, guardassero al nostro Paese, al loro Paese, come a una palude che ti impedisce qualunque tipo di realizzazione. E invece non è così. Ed è per questo che siamo qui, per provare a raccontare quella parte del Paese, che è la più grande, che ha voglia di ridisegnare questa terra, ha voglia di dire che non siamo tutti uguali, che la nostra diversità risiede nel saper sbagliare senza essere corrotti, nell'avere delle debolezze che non comportino ricatti ed estorsioni. E nel sognare, senza vergognarcene, di tornare a chiamare questa terra ora tanto infelice, patria.
fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/11/08/news/saviano_macchina_fango-8866795/?ref=HREC1-2
venerdì 5 novembre 2010
Cdm approva pacchetto sicurezza previsto libero accesso alle reti wi-fi
ROMA - Il Consiglio dei ministri ha approvato il pacchetto sicurezza messo a punto dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Composto da un decreto legge e da un disegno di legge, il provvedimento prevede misure per la lotta alla criminalità organizzata, la possibilità di espellere cittadini comunitari, il ripristino dell'arresto in flagranza differita per i tifosi violenti, il potenziamento dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia, la liberalizzazione delle connessioni internet. Nel pacchetto anche misure di sicurezza urbana come una stretta contro la prostituzione su strada e l'accattonaggio.
Il governo ha "espresso un plauso al ministro Maroni" per il suo impegno sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata, ha detto Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del onsiglio dei ministri. Il pacchetto sicurezza approvato oggi, ha spiegato il premier, contiene diverse norme: sulle manifestazioni sportive, dove finora abbiamo ottenuto risultati molto buoni, con il 50 per cento di incidenti in meno negli stadi; il potenziamento del contrasto alla criminalità organizzata; la tracciabilità dei flussi finanziari; la sicurezza urbana; il superamento dell'accesso al wi-fi.
fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/11/05/news/pacchetto_sicurezza-8775432/?ref=HREA-1
giovedì 4 novembre 2010
Natale 2010: nuovi trend e i migliori viaggi
Mare o montagna? Ad avere la meglio sono le crociere: in vetta le destinazioni del Mediterraneo. Interviste con gli esperti e le migliori occasioni per viaggiare.
Se con l’arrivo dell’ora legale si riducono le ore dal sole illuminate, proporzionalmente si riduce anche l’attesa delle venture vacanze natalizie, sacrosanto periodo di riposo dopo le ormai lontane, lontanissime ferie estive. Ed è già tempo di chiedersi quale meta raggiungere e quale formula scegliere: meglio il tris sole-mare-spiaggia o quello neve-caminetto-sci? Meglio un bel giro per fiumi o laghi o viaggi culturali per le capitali europee? Le mete su cui puntare sono sempre molte ed interessanti ma, secondo le nuove tendenze, sono sempre di più i viaggiatori che scelgono di trascorrere le festività natalizie in crociera, desiderosi di ottimizzare il proprio tempo libero conciliando la voglia di relax allo spirito d’avventura che ogni location ti può donare.
Secondo un’indagine condotta da “Noi Crociere”, portale specializzato nella prenotazione di viaggi e vacanze in crociera, sono sempre di più gli italiani che tra il mese di ottobre e novembre si concentrano a reperire informazioni desiderosi di salpare tra le acque più belle del mondo. Il primato rimane al Mediterraneo e, come dice Giuseppe Gambardella, fondatore di “Noi Crociere”: “Chi viaggia nel periodo natalizio sceglie la crociera in Spagna e Marocco perché permette di godere del buon clima in pieno inverno e perché consente di coniugare in una sola settimana una vacanza culturale e di relax. Da una parte, infatti, è possibile scoprire le bellezze artistiche dei luoghi in cui si approda, dall’altra si può godere di tutti i comfort disponibili a bordo e lasciarsi coccolare”.
Sebbene la crociera sia una tipologia di vacanza prediletta per viaggi di nozze e da famiglie con bambini, i dati sembrano rilevare un cambiamento di tendenze circa il target di riferimento divenuto sempre più giovane. “Un tempo si pensava che le crociere rappresentassero la vacanza ideale soltanto per famiglie o adulti – afferma Gambardella - oggi invece anche i giovani sono sempre più attratti dai viaggi a bordo delle navi. In questo senso, i servizi e i divertimenti a bordo, come discoteche e cinema, hanno contribuito di certo a conquistare questa tipologia di pubblico”.
La conferma arriva anche da Andrea Tavella, Sales & Marketing Italy Director di Costa Crociere: “Il processo di destagionalizzazione ha portato ad avere crociere tutto l’anno verso tantissime destinazioni e, per quello che ci riguarda, in ogni angolo del mondo, facendo sì che davvero tutti possano trovare le propria dimensione di vacanza, dalle famiglie alla cosiddetta “Golden age”, passando per gli sposi, le giovani coppie e gruppi di amici. Ed è proprio a questo target, la “New Generation”, ovvero i ragazzi di età compresa tra i 18 e 34 anni, che ultimamente Costa riserva particolare attenzione con una tariffa speciale valida per tutto l’anno e su tutte le crociere e attività a bordo dedicate all’insegna del divertimento.”
A parlare del successo delle crociere è anche Francesco Paradisi, Direttore commerciale Top Cruises, operatore specialista in Italia nel settore delle crociere che, al settimo anno di attività, si rivela una compagnia sembra sulla cresta dell’onda. “ Dopo gli ottimi risultati dell’estate 2010, che ci hanno fatto registrare 14.000 passeggeri solamente per il prodotto Mediterraneo ci aspettiamo una crescita importante dei nostri numeri sulla destinazione, puntando circa a 20.000 passeggeri per il prossimo anno”.
Per chi ama dunque vivere il Natale al caldo la Crociera di Natale salperà da Genova il prossimo 19 dicembre pronta a navigare in lungo ed in largo il Mediterraneo passando per Francia, Marocco e Spagna per un totale di 8 giorni di piacere a bordo della prestigiosa Louis Majesty. E si potrà cogliere l’interessante offerta Smart Price, a secondo della disponibilità e della sistemazioni, spendendo tra i 500 ed i 940 euro. Top Cruises è inoltre leader in Italia nella vendita di crociere fluviali e, grazie alle sinergie instaurate con altre compagnie di navigazione, è possibile soddisfare le esigenze di una clientela particolarmente esigente offrendo un servizio itinerante a 5 stelle. La crociera fluviale ha dunque tutte le carte per porsi come alternativa alle crociere marittime e, per chi vuole lasciarsi inebriare dai profumi del Natale, Top Cruises coccola ed accompagna i suoi ospiti durante tutto il viaggio, dall’arrivo alla partenza, prevedendo efficacemente voli low cost e pullman. Il lusso non è dunque una prerogativa di pochi eletti ma una possibilità per tanti in quanto, per una crociera infatti si parte da 399 euro e difficilmente si superano i 700 euro.
Larghissimo il ventaglio di offerte della Costa Crociere per il periodo invernale. Grande spazio alle crociere nel Mar Rosso, “una vacanza nuova non solo per Costa ma per tutto il panorama del turismo. – sottolinea Andrea Tavella di Costa Crociere - E ancora il sole dei Caraibi e i paradisi incontaminati dell’Oceano Indiano che proponiamo a Natale con uno sconto di ben 800 euro a cabina”. Ma non finisce qui: per un Natale da “Le mille e una notte” ecco le straordinarie crociere alla volta di Dubai e degli Emirati Arabi a bordo di Costa Luminosa e Costa Deliziosa. “Anche in questo caso grande convenienza, grazie allo sconto di 300 euro a cabina sulla crociera di Costa Luminosa del 13 dicembre e alla “Formula Roulette” disponibile sulle partenze di entrambe le navi del 19 e 20 dicembre: la data di partenza sarà una sorpresa, ma il prezzo una certezza a partire da euro 1.905 a persona volo incluso”. In alternativa crociere nel Mediterraneo tra le eterne isole Canarie o tra quelle culturalmente ricche della Grecia: con la “Formula Roulette”, partenza il 20 dicembre da soli 495 euro.
Fonte: la stampa
martedì 2 novembre 2010
Ruby va da Santoro
«Vado in Tv e ci vado gratis. Non so chi saranno gli altri ospiti, non mi interessa, non ho paura». Karima El Mahroug, salita agli onori delle cronache con il nome d’arte di Ruby, annuncia la sua presenza ad «Annozero» , in onda giovedi.
Lo fa in un’intervista al quotidiano “Libero” in cui spiega che la scelta di andare in tv: è «per togliermi l’immagine della zoccoletta. La vera Ruby è una ragazza normale. Che vuole una vita normale. Sono uscite le mie foto vestita da cubista. Una cubista non si veste da suora». Non cerca, assicura, la popolarità; di fronte a chi le chiede se la sua apparizione non rischi di essere strumentalizzata risponde: «Si, Chissenefrega. Sono maggiorenne. Non importa se Berlusconi non ha piacere che vada in tv. Non dipendo da nessuno, sono libera di dire e fare quello che voglio. Nei limiti della legge. Gli italiani badano solo al gossip, ma io parlo alle persone intelligenti».
Per dire che «tutti attaccano Berlusconi, ma non c’è un’alternativa migliore». Da Santoro, prosegue l’intervista, Ruby dirà «la verità», ma per conoscerla bisogna aspettare giovedi. Intanto Ruby ribadisce che vuole fare il carabiniere e annuncia che ora che è maggiorenne non voterà per Berlusconi, anche se, sottolinea ancora: «lo adoro come uomo». Ma, aggiunge, «la politica non mi interessa. Non voto nessuno». E il bunga bunga? Che cosa è? Alla domanda Ruby replica: «una barzelletta raccontata dal premier a cena. I dopocena non li ho visti».
Addio alle borse di studio tagliato il 90% dei soldi
Ridotti i fondi per gli atenei: per il 2011 la Gelmini prevede solo 26 milioni. Oltre 180 mila studenti hanno diritto all'assegno, ma otto su dieci non lo riceveranno
Arrivano tagli che sono colpi d'accetta e servono a celebrare nuove amputazioni nella scuola italiana. Con un passaggio della manovra finanziaria fin qui rimasto nascosto il ministro Maria Stella Gelmini, sotto la scorta del suo tutore Giulio Tremonti, ha decretato la fine dell'istituto della borsa di studio.
Un taglio ai finanziamenti del 90%. Un'altra morte per mancanza fondi, nella scuola ai tempi della Gelmini, dopo la riduzione del tempo pieno, la cancellazione delle graduatorie dei ricercatori, la soppressione di alcuni atenei.
È nata con la liberazione d'Italia, Regio decreto 574 del 1946, la borsa di studio universitaria e ha accompagnato l'evoluzione della democrazia scolastica offrendo fino al 2001 una possibilità di mantenimento a studenti in corso, fuori sede, sotto le soglie dell'Isee, meritevoli. In due anni, con il colpo d'accetta tirato lo scorso 14 ottobre sul tavolo del penultimo Consiglio dei ministri, l'ammontare in euro delle borse da erogare è passato da 246 milioni a 25,7. Un -89,55% che peggio di così c'è solo la loro soppressione. E nel 2012 si arriverà a 13 milioni scarsi trasformando la borsa universitaria in un premio per élite scelte.
Questa - 25,7 milioni - è la quota di finanziamento governativo per il 2011 all'interno di un sistema, quello delle università, fortemente regionalizzato. Già. Lo stato di crisi generale delle Regioni italiane, in particolare al Sud, abbatte le residue speranze. Così oggi su una platea di 184.034 aventi diritto, l'80 per cento non prenderà quei mille, a volte duemila euro (si decide per bandi regionali) che spesso rappresentano una necessità per gli studenti che li ricevono. "Con una borsa di studio, oggi, non si studia, ci si mantiene", racconta Claudio Riccio, universitario della Link, "si paga un pezzo dell'affitto se si vive fuori dalla propria sede naturale, si pagano pranzi e cene lontane dalla mensa convenzionata, l'abbonamento mensile alla municipalizzata trasporti". Libri, dispense, aggiornamenti, viaggi di preparazione restano fuori da una borsa di studio, che a tutto serve meno che a studiare.
Gli iper tagli dell'assegno universitario dicono come il fragile welfare studentesco italiano stia franando e contribuisca ad acuire le distanze tra università del Sud e del Nord: è sempre più intensa, infatti, la salita di ventenni meridionali alla ricerca di università dalla borsa di studio possibile. Piemonte, Toscana, Emilia sono regioni che ancora possono dare concretezza alle promesse scritte sui bandi annuali. Chi ha un reddito familiare (della famiglia di provenienza) sotto i 17mila euro, oggi può accedere alla possibilità di un finanziamento pubblico. E se ottiene medie scolastiche sopra la media, può entrare nella graduatoria degli aventi diritto. Nella maggior parte dei casi inutilmente: per otto studenti su dieci non ci sono soldi. Tra l'altro, le graduatorie regionali del 2010 sono per definizione amministrativa "definitive non confermate". Cioè, non valgono nulla fin qui: l'autunno è inoltrato e gli studenti d'ateneo ancora non sanno a chi toccherà lo scalpo della borsa di studio.
Dall'assegno universitario istituito nel 1963 e immaginato come un pre-salario - 200mila lire per gli studenti che vivevano nella loro città, 360mila lire per i fuori sede - alle norme del 1991, scritte per "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l'uguaglianza dei cittadini nell'accesso all'istruzione superiore e per consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi", alle ultime definizioni legislative dell'aprile 2001 la borsa di studio ha seguito, e a volte anticipato, le conquiste lavorative e civili del paese. Nelle ultime due stagioni il governo Berlusconi ha smantellato tutto. E se, come rileva una tesi presentata quest'anno a Scienze politiche della Sapienza, "Il diritto allo studio universitario in Italia", l'80 per cento dei meritevoli e bisognosi studenti italiani non percepisce l'assegno meritato, in Francia si scende al 70%, in Germania al 60%, in Olanda addirittura al 4%. D'altronde l'Italia, appare sempre meno un caso, resta il paese con il tasso d'abbandono universitario più alto.
fonte: http://www.repubblica.it/scuola/2010/11/02/news/borse_studio_addio-8653934/
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