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martedì 9 novembre 2010
"Nessun voto o mozione mi farà dimettere Santoro? Non so se a gennaio andrà in onda"
ROMA - Ora la protesta contro Mauro Masi prende corpo con atti concreti superando il confine degli attacchi verbali. Da oggi si celebra il referendum indetto dal sindacato dei giornalisti (Usigrai) per costringerlo alle dimissioni. Il 22, alla Camera, si discute la mozione dei finiani che condanna il direttore generale della Rai "mosso da criteri di opportunità politica". Masi non si scompone. Nella sala riunioni al settimo piano di Viale Mazzini, sfodera solo sorrisi. Rimarrà al suo posto comunque. Niente dimissioni. Anzi. "Dopo la sospensione di Santoro - racconta - sto vivendo un'esperienza nuova: l'esposizione mediatica. Non è male. Mi fermano in strada per l'autografo, mi fanno i cori allo stadio...". A Roberto Saviano, che ancora ieri lo attaccava su Repubblica per la censura a "Vieni via con me", replica: "Saviano sbaglia". Ieri sera ha visto il programma di Raitre in cui Benigni lo ha citato più volte: "L'ho seguito solo a tratti. È una trasmissione articolata, voglio rivederla per dare un giudizio compiuto".
Se il referendum la sfiducia si dimette?
"Io rispondo al cda e all'azionista. Ma i giornalisti devono sapere che ho due obiettivi. Il risanamento dei conti, già avviato. E rendere effettivamente pluralista la Rai. Cioè, far vivere sul serio le regole del contraddittorio. Il mio più grande nemico è il pensiero unico. Se per portare a casa questi risultati devo incassare delle sfiducie ne prendo anche una al giorno".
Il cda è paralizzato. Tiene ferme da cinque mesi le nomine. La maggioranza non sembra seguirla più.
"Il consiglio è definito dalla Gasparri. Una legge che codifica un meccanismo di relazione tra gruppi parlamentari e gran parte dei consiglieri. La Rai risente per forza del clima politico complessivo. Nel consiglio ci sono personalità molto forti, ma tutti insieme stiamo facendo un lavoro serio e rigoroso. Il piano industriale, per esempio, è stato votato all'unanimità".
Partendo con enorme ritardo.
"Non è vero. Ho cercato di salvaguardare il più possibile la pace aziendale".
E lo sciopero dei dipendenti fissato per dicembre?
"Lo hanno proclamato alcune sigle, che rispetto, non la Cisl che è d'accordo sul nostro percorso. Troveremo un'intesa, alla fine. Ma la Rai deve darsi una mossa. Per troppo tempo è rimasta a galleggiare. L'avrei potuto fare anch'io aspettando una leggina ad hoc che ci aiutava dall'esterno con soldi pubblici. Invece no. La Rai deve fare con le sue forze. E un bilancio sano va in parallelo con un riequilibrio delle voci in tv nei programmi d'informazione".
Riequilibrio significa cancellare alcune trasmissioni: Parla con me, Report, Annozero, Vieni via con me?
"Non sono un censore, non ho mai messo il bavaglio a nessuno. Voglio essere giudicato sui fatti. I fatti dicono che tutte le trasmissioni sono in onda. Ma tutti dovrebbero rispettare le stesse regole".
Saviano ha raccontato come ha provato a fermarlo.
"Se insiste su questo sbaglia".
Che ha usato l'arma dei compensi per ostacolare il programma.
"Sui compensi anche osservatori poco teneri con me condividono la linea dell'azienda. Ci sono sprechi da eliminare. Abbiamo già iniziato. Faremo una riflessione molto seria anche sui diritti sportivi. Certe cifre folli non possiamo permettercele. Una partita della nazionale, che pure il servizio pubblico deve seguire, costa ormai parecchi milioni e noi siamo alle prese con un risanamento che punta a mantenere i livelli occupazionali. Tra una partita dell'Italia e i posti di lavoro io scelgo i posti di lavoro".
Per cancellare il pensiero unico di sinistra ha provato a sostituirlo con quello di Berlusconi?
"Questa è un'enormità. Lo dimostra il fatto che a destra mi criticano perché ci sono troppi talk show di segno opposto".
La mozione di Fli sostiene il contrario.
"Dal punto di vista formale, quel documento non cambia nulla. Rispondo al cda e all'azionista. Ma inviterei i deputati che l'hanno scritto a guardare bene il palinsesto della Rai dove il pluralismo è garantito. Del resto, sono un economista abituato a ragionare con i numeri. La Rai sta stravincendo la battaglia degli ascolti. Questo significa qualcosa. Se il pubblico trovasse delle deficienze politiche o di prodotto non ci seguirebbe così numeroso".
Santoro fa ascolti straordinari. Lo vedremo in onda anche a gennaio?
"Non è detto. Non escludo nulla e anche Santoro, che è sempre imprevedibile, non esclude nulla. Con lui avevamo avviato una trattativa utile per tutti. La Rai poteva recuperare uno spazio editoriale che Santoro occupa grazie a due sentenze uniche nel mondo civile, ma penso anche nella galassia più sperduta. Roba da extraterrestri. Allo stesso tempo l'azienda poteva usare la professionalità di Michele in altro modo".
Il Tg1 invece perde pubblico. Ha perso anche il record di imbattibilità con il Tg5.
"Ma ha vinto per un anno intero... I tg stanno pagando la nuova grande offerta dei canali digitali. In più, c'è la nascita di nuovi protagonisti".
Quindi il TgLa7 toglie spettatori al Tg1.
"La presenza di Mentana si sente sull'intero mercato. Ma moltissime critiche a Minzolini sono assolutamente apodittiche".
Alcune sono giuste?
"Lui sa che ci sono degli appunti anche da parte mia. Ma non ne parlo pubblicamente".
fonte: http://www.repubblica.it/politica/2010/11/09/news/nessun_voto_o_mozione_mi_far_dimettere_santoro_non_so_se_a_gennaio_andr_in_onda-8903379/?ref=HREC1-1
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